Glifosato, governo assuma impegno e dica stop a erbicida

Dopo l’approvazione contemporanea di mozioni a favore e contrarie al glifosato, un gruppo di senatori chiede all’esecutivo di mantenere “l’impegno politico”

di Redazione


Sì al glifosato, sia pure immediatamente contraddetto: un errore che non si può far pagare ai cittadini. La paradossale scelta dell’aula del Senato di approvare contemporaneamente quattro mozioni sul glifosato, sia contrarie che favorevoli, ha scatenato non poche polemiche. Dopo qualche giorno dalla votazione (link), un gruppo di senatori ha voluto fare un punto politico sulla questione. Intanto va detto che l’approvazione, hanno sostenuto alcuni parlamentari tra cui Loredana De Petris (Leu), è stata frutto di un errore di votazione. “Quattro senatori dei cinque stelle si sono sbagliati nel votare la mozione presentata dalla senatrice Cattaneo a favore del glifosato e l’hanno fatto mettere a verbale. Per tanto, il voto sul glifosato non è modificabile a livello tecnico, ma cambia dal punto di vista politico. L’impegno del governo deve esercitarsi solo in linea con la nostra mozione. Chiediamo formalmente che il governo tenga fede agli impegni sottoscritti”.

Spiegato che l’approvazione è stata dovuta alla “difficoltà di comunicare le indicazioni di voto tra componenti dello stesso gruppo a causa della disposizione nello spazio dovuta alle misure anti-covid”, De Petris sottolinea come l’unico indirizzo politicamente rappresentativo della maggioranza è quello che chiede uno stop al glifosato. Erbicida ritenuto potenzialmente cangerogeno dallo Iarc. Alla conferenza stampa che si è tenuta al Senato ha partecipato anche il senatore Saverio De Bonis (ex 5 stelle, ora gruppo misto) co-firmatario della mozione.

È lo stesso De Bonis a ribadire le finalità della mozione contro lo stop al glifosato. È “la strada giusta da seguire”, ha detto il senatore. Anche con adeguati controlli nei porti dove continuano ad arrivare grani esteri contaminati. “Pretendiamo che gli standard di salubrità e sicurezza previsti a livello nazionale e comunitario siano applicati anche per i prodotti che provengono dai Paesi extraeuropei”, ha detto de Bonis, nel ricordare che nel grano 100% italiano non v’è traccia di contaminanti. “Come spiegano gli scienziati – ha precisato ancora il parlamentare – queste sostanze nocive vanno a finire nei terreni, nelle acque e nella nostra dieta mediterranea, con effetti devastanti sulla salute pubblica”.