Quasi il 70% dei prodotti freschi venduti negli Stati Uniti contiene più residui di prodotti chimici potenzialmente dannosi. L’analisi dell’Environmental Working Group
di Goffredo Galeazzi
Quasi il 70% dei prodotti freschi venduti negli Stati uniti contiene residui di pesticidi chimici potenzialmente dannosi. Oltre il 90% dei campioni di fragole, mele, ciliegie, spinaci, pesche, noci e cavoli sono risultati positivi per i residui di due o più pesticidi. Lo rileva la Shopper’s Guide to Pesticides in Produce, pubblicata dall’Environmental Working Group (Ewg), un gruppo di attivisti che basa la sua analisi sugli ultimi dati del Dipartimento federale dell’agricoltura (Usda).
La merce più inquinata, secondo i dati sui pesticidi dell’Usda, non è una frutta o verdura fresca ma l’uvetta passa, inserita nei dati dell’Usda lo scorso anno per la prima volta dal 2007 e inclusa quindi nell’analisi di Ewg. E’ risultato che quasi ogni campione di uva passa non biologica testato – il 99% – presentava residui di almeno due pesticidi.
Il cavolo al terzo posto per pesticidi
Come per la Shopper’s Guide del 2019, il cavolo nero è al terzo posto nella lista della Sporca dozzina, la Dirty Dozen 2020. Anche se la popolarità del cavolo nero come alimento salutare ricco di vitamine e antiossidanti è cresciuta negli ultimi anni, il livello e il tipo di residui di pesticidi sul questo prodotto è aumentato in modo significativo.
Pesticida vietato in Europa
Nei test più recenti dell’Usda, il pesticida più frequentemente rilevato sul cavolo era il Dcpa, dimetil tetraclorotereftalato, venduto con il marchio Dacthal. L’Agenzia per la protezione ambientale Epa classifica il Dcpa come possibile cancerogeno per l’uomo e l’Unione europea lo ha vietato dal 2009.
Pur considerando frutta e verdura componenti fondamentali di una dieta sana, molte colture contengono pesticidi potenzialmente dannosi, anche dopo il lavaggio o sbucciate, cosa che l’Usda fa prima di testare ogni articolo. Poiché la contaminazione da pesticidi varia a seconda del raccolto, è importante capire quali sono gli elementi più o meno contaminati. È anche importante notare che l’Usda non verifica tutti i pesticidi utilizzati nella produzione agricola. In particolare, non analizza il glifosato, o Roundup, il pesticida più utilizzato negli Stati uniti, ma livelli elevati possono essere trovati in diversi cereali e fagioli, come avena e ceci, a causa del suo crescente utilizzo come agente essiccante pre-raccolta.
Pesticid, la “Sporca dozzina”
Dei 47 articoli inclusi nell’analisi di Ewg su dati Usda, i primi dodici prodotti, appunto la Sporca dozzina, sono stati contaminati con più pesticidi rispetto ad altre colture. Le classifiche si basano non solo sulla percentuale di campioni con pesticidi ma anche sul numero e quantità di pesticidi su tutti i campioni e su singoli campioni.
Oltre il 90% dei campioni di fragole, mele, ciliegie, spinaci, pesche noci e cavoli sono risultati positivi per i residui di due o più pesticidi; numerosi campioni di cavolo hanno presentato 18 pesticidi diversi; in media, i campioni di cavolo e spinaci presentavano in peso 1,1-1,8 volte in più di pesticidi residui rispetto a qualsiasi altra coltura testata.
Ma ci sono anche colture trattate con meno prodotti chimici, i Clean Fifteen. Gli avocado e il mais risultano i più puliti, perché meno del 2% dei campioni ha mostrato pesticidi rilevabili. Quasi il 70% dei Clean Quindici, campioni di frutta e verdura, non presentava residui di pesticidi. E solo il 7% aveva due o più pesticidi.
La “cura bio”
Una conferma della “cura bio” viene da svariati studi clinici. Il consumo di alimenti biologici riduce l’esposizione ai pesticidi ed è collegato a una varietà di benefici per la salute, secondo un articolo pubblicato quest’anno sulla rivista Nutrients. In quattro studi clinici, le persone passate dai cibi convenzionali a quelli biologici hanno visto una rapida riduzione delle concentrazioni di pesticidi nelle urine. Ulteriori studi hanno collegato un maggiore consumo di alimenti biologici al miglioramento della fertilità e delle gravidanze e alla riduzione dell’incidenza di linfoma non Hodgkin. Infine i ricercatori dell’Università di Harvard hanno usato i dati dei test Usda e metodi simili ai nostri per classificare i prodotti con residui di pesticidi alti o bassi. E i loro elenchi di colture si sovrappongono in gran parte con Dirty Dozen e Clean Fifteen.
L’associazione tende a precisare che da questi studi non è chiaro se gli effetti positivi associati agli alimenti biologici siano direttamente ed esclusivamente causati da esposizioni più basse di pesticidi. Resta il fatto che le persone che consumano quantità più elevate di prodotti biologici tendono ad essere più attente alla salute in generale.