Pesticidi, nei Paesi poveri uno su tre è illegale

Lo afferma un rapporto dell’Unep. Le normative sono insufficienti, i controlli scarsi

di Maria Pia Terrosi


Contraffatti, non conformi, non autorizzati, vietati. Sono alcune tipologie di pesticidi che ogni anno vengono commerciate illegalmente passando le frontiere dei vari Paesi. Sul traffico illecito di sostanze chimiche ha cercato di far luce un rapporto dell’United Nations Environment Programme, “Illegal Trade in Chemicals” redatto con  Grid-Arendal.

La relazione si concentra principalmente sul traffico illecito di pesticidi e di mercurio: un mercato che oltre a crescere di anno in anno si muove velocemente anche sul mercato on  line. Se la scala totale del commercio illegale di prodotti chimici rimane difficile da valutare, l’Unep stima al 30% la quantità di pesticidi non conformi venduti nei Paesi in via di sviluppo (arrivando al 50% per quanto riguarda il mercurio). In termini economici il mercato parallelo dei prodotti contraffatti causa perdite di entrate annue di 1,3 miliardi di euro nel settore dei pesticidi legali nell’Ue, arrivando fino a 215 milioni di dollari per il mercurio.

Ma le conseguenze più pesanti di questo commercio che sfugge alle normative internazionali sono a livello ambientale e sociale.

Interessati dal traffico illegale di pesticidi sono principalmente – ma non solo – i Paesi in via di sviluppo. I contadini più poveri non possono permettersi di utilizzare fitofarmaci in regola e acquistano sostanze fuori legge o contraffatte. Prodotti certo molto meno costosi ma spesso ancor più pericolosi, non controllati, contenenti principi attivi vietati, concentrazioni non adeguate.

A questo si aggiunge la mancanza di consapevolezza da parte degli agricoltori sulla pericolosità dei prodotti che si trovano a utilizzare.  Se l’informazione fornita sull’utilizzo dei pesticidi legali è scarsa e non sempre comprensibile ai contadini, quella sui pesticidi illegali è del tutto assente.

Pesticidi: traffici illeciti, controlli e smaltimento, anche questo preoccupa

Ad aggravare la situazione ci sono poi alcuni aspetti normativi. In molti Paesi non esiste una adeguata regolamentazione in materia, cosa che si presta a pericolose distorsioni che favoriscono i traffici illeciti. Alcune nazioni, ad esempio, permettono una sorta di registrazione temporanea delle sostanze a scopo sperimentale senza fissare limiti quantitativi. Il che si traduce nella possibilità di introdurre quantità non specificate di sostanze non del tutto sicure.

Non solo. Spesso gli stessi sistemi di controllo sono poco efficienti. Ad esempio, molti Paesi non tracciano la raccolta e lo smaltimento dei contenitori usati dei pesticidi. In questo modo i commercianti illegali riescono a riutilizzare questi contenitori per vendere prodotti contraffatti.

Così come non sempre sono attivi efficaci sistemi di allerta per segnalare rapidamente il passaggio di prodotti contraffatti e le stesse forze dell’ordine non sono sempre adeguatamente addestrate o attrezzate per rilevare e riconoscere sostanze chimiche illecite e contenitori contraffatti o documenti di spedizione alterati.