A dieci anni dalla direttiva europea sull’uso sostenibile dei pesticidi, sono ancora limitati i progressi dei singoli Paesi rispetto a questo tema. Anche i dati, così come gli indicatori usati, continuano ad arrivare a macchia di leopardo da parte dei diversi Stati membri
di Barbara Battaglia
La Corte dei conti europea è tornata a ribadire le proprie ragioni, contenute in una relazione ad hoc di cui aveva scritto Goffredo Galeazzi, qui su Cambia la terra, un mese fa, questa volta davanti agli eurodeputati della Commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI).
Il relatore della Corte responsabile del testo, Samo Jereb, ha partecipato questa mattina, giovedì 5 marzo, ad uno scambio di vedute con la commissione dell’emiciclo di Bruxelles, il cui presidente è il francese Pascal Canfin.
“Nel 2009 è stata introdotta la direttiva comunitaria sui prodotti fitosanitari, i pesticidi, il cui recepimento è stato però ritardato”, ha spiegato Samo Jereb, “ciò che dobbiamo capire è se e come gli Stati membri siano riusciti a misurare efficacemente il rischio dell’uso di tali prodotti e delle varie strategie per ridurli. I risultati? In generale c’è stata cooperazione tra i Paesi e la Commissione UE ma abbiamo registrato un progresso limitato nell’Unione europea nel suo complesso”.
Dunque il primo problema relativo ad un uso sostenibile dei così detti PPP (plant protection product, i pesticidi, appunto) è stato l’avvio a rilento, dal momento in cui la legge europea è diventata realtà. In secondo luogo, sempre secondo l’analisi dell’esponente della Corte dei conti europea, sono arrivati “pochi incentivi agli agricoltori per utilizzare altri pesticidi”.
I dati degli Stati membri sull’uso dei pesticidi non sarebbero poi né sufficientemente aggiornati né armonizzati. Per tanto, la Corte europea ha chiesto nuovi “criteri pratici per misurare gli effetti, statistiche e indicatori di rischio migliori sui PPP”. Tutte, o quasi tutte, raccomandazioni condivise dalla maggioranza dei deputati europei della Commissione ENVI, intervenuti oggi in aula, dopo la presentazione di Samo Jereb, e prima delle valutazioni dei rappresentanti della Commissione europea presenti.
Tra i punti oggetto di maggiore interesse da parte dei parlamentari, il sistema delle consulenze: a chi cioè si possono o devono rivolgere i contadini europei per capire come ridurre l’uso di pesticidi. Per l’esecutivo europeo, la neutralità della consulenza – cioè la garanzia che non vi siano conflitti di interessi – è già sicura e determinata dagli attuali servizi della Pac (la Politica agricola comune), i cui servizi comprenderebbero anche l’uso sostenibili dei fitosanitari.
“I tempi sono maturi, hanno concluso i portavoce della Commissione europea, condividiamo quanto sostenuto dalla Corte dei conti e riteniamo che i miglioramenti sull’uso dei pesticidi ci saranno, anche nell’ambito di “Dal campo alla tavola”, la così detta Strategia “Farm to fork” per il cibo sostenibile, una componente chiave del Green Deal europeo”.
Al Green Deal, insomma, l’ardua sentenza…
Il video integrale della seduta della Commissione ENVI.
Qui il report sull’uso dei pesticidi discusso oggi a Bruxelles.