Nel 2018 le superfici biologiche sono state pari all’estensione della Puglia, con un incremento in un anno di quasi il 3%. Gli operatori hanno raggiunto le 79.000 unità. I dati del Sinab
di Goffredo Galeazzi
Agricoltura bio, è ancora record. Il settore del biologico in Italia sta vivendo in questi ultimi anni un periodo di crescita e di conferme, a dimostrazione del fatto che il modello agricolo italiano è tra i più sostenibili in Europa. Nel 2018 si sono sfiorati i 2 milioni di ettari di superfici biologiche, pari all’estensione della Puglia, con un incremento rispetto al 2017 di quasi il 3% (49 mila ettari).
Dal 2010 la superficie biologica coltivata è aumentata di circa 800 mila ettari. Una crescita non solo in termini di superfici ma anche di soggetti coinvolti nel settore, che hanno raggiunto le 79.000 unità, con un incremento rispetto all’anno precedente di oltre il 4%. Sono i dati elaborati dal Sinab (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica) per il ministero delle Politiche agricole relativi all’agricoltura biologica per l’anno 2018.
Superficie bio al 15,5% della Sau
L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2018 il 15,5% della Superficie agricola utilizzata (Sau), e questo posiziona l’Italia di gran lunga al sopra della media Ue, che nel 2017 si attestava al 7%. Inoltre le aziende agricole biologiche (che rappresentano il 6,1% del totale) sono decisamente più grandi: in media 28,2 ettari, a fronte del dato nazionale di 11 ettari. L’elaborazione dei dati di superficie per aree geografiche mostra che, in Italia, ogni 100 ettari di Sau sono biologici 5,6 ettari nel Nord-Ovest; 9,3 ettari nel Nord-Est; 20,1 ettari nel Centro e nel Sud e 19,2 ettari nelle Isole.
L’evoluzione positiva del settore è confermata anche dai primi dati Ismea sul mercato del biologico. I consumi crescono da oltre 5 anni senza soluzione di continuità (+102% dal 2013 a oggi). Secondo le stime Ismea gli acquisti di prodotti bio sono aumentati di un ulteriore +1,5% nei primi mesi del 2019. Un risultato positivo soprattutto se valutato in relazione ai quantitativi di merce presenti sul mercato, che vede ormai vicino il traguardo dei 3 miliardi di euro di valore del comparto a fine 2019. Nel 2018 la spesa in Italia per i prodotti alimentari biologici ha sfiorato i 2,5 miliardi di euro, con un’incidenza del 3% sul valore del comparto agroalimentare.
Meno prodotti industriali dall’estero
A trainare le vendite è la Grande distribuzione organizzata, con un +5,5%, a scapito delle quote dei negozi tradizionali (-7%). Significativa anche la crescita del bio nei discount (+20,7%). Relativamente alle importazioni di prodotti biologici da Paesi terzi, dopo anni di continua crescita, nel 2018 si è verificata una flessione complessiva del 10% dei volumi importati. Una diminuzione da attribuire principalmente ai prodotti industriali, che hanno registrato un calo del 50% rispetto al 2017. Continua invece la crescita delle importazioni di cereali e di ortaggi e legumi, rispettivamente del 14% e 11%.
Nel 2018, come per l’agricoltura italiana, anche per l’agricoltura biologica i 3 principali orientamenti produttivi restano i prati pascolo (540.012 ha), le colture foraggere (392.218 ha) e i cereali (326.083 ha). A queste categorie seguono, per estensione, le superfici biologiche investite ad olivo (239.096 ha) e a vite (106.447 ha). Dal confronto con l’anno 2017, la variazione di superficie degli orientamenti produttivi considerati risulta in crescita per i cereali (7%), le colture foraggere (4%), è sostanzialmente stabile per la vite e l’olivo (entrambe +1%), mentre è in diminuzione per i prati pascolo nel complesso (-8%). Nel dettaglio, è da sottolineare l’incremento registrato dalle coltivazioni biologiche di grano duro (4%), grano tenero e farro (20%), orzo (11%), girasole (14%), soia (25%), erba medica (11%), pomodori (12%), legumi (7%).
In 4 regioni il 51% dell’intera superficie bio
L’analisi della distribuzione regionale delle superfici biologiche indica che le estensioni maggiori si trovano in Sicilia (385.356 ha), Puglia (263.653 ha), Calabria (200.904 ha) ed Emilia-Romagna (155.331); in queste 4 Regioni è presente il 51% dell’intera superficie bio nazionale. Dal confronto con l’anno 2017 si osserva che le 4 regioni presentano una dinamica differente. In Sicilia e Calabria si verifica una diminuzione in ettari, rispettivamente del 10% e dell’1%; in Puglia un aumento del 4%, mentre in Emilia-Romagna l’incremento raggiunge il 15%.
L’elaborazione dei dati nazionali relativi agli operatori biologici evidenzia, rispetto all’anno 2017, un incremento del 4%, con oltre 3 mila operatori in più, per un numero totale di 79.046 unità. L’analisi della distribuzione a livello regionale degli operatori biologici conferma il primato di Calabria (11.030 unità), seguita da Sicilia (10.736 unità) e Puglia (9.275 unità). Nel 2018, si registrano incrementi a doppia cifra, rispetto all’anno precedente, in Campania (43%), Emilia-Romagna (20%), Lombardia (18%), Provincia Autonoma di Bolzano (15%), Friuli-Venezia Giulia (13%) e Abruzzo (11%).