Il Wwf difende la mozione contro il diserbante. Per l’assessore all’Agricoltura invece “il glifosato non fa parte dei veleni perché ha tossicità molto bassa, equiparabile al sale”
di Maria Pia Terrosi
Troppi pesticidi e diserbanti sulle mele del Trentino Alto Adige. In particolare troppo glifosato, il diserbante oggi più utilizzato al mondo introdotto sul mercato nel 1974.
Secondo gli ultimi dati Istat disponibili nel Trentino Alto Adige, nel solo 2017 sono stati utilizzati 175.174 chili di erbicidi, di cui 10.324 classificati come molto tossici o tossici, 7.300 classificati come nocivi, 157.550 ritenuti non classificabili. E molti di questi sono stati spruzzati sui meleti, la coltivazione intensiva della regione che da sola produce il 60% delle mele italiane (siamo il quinto produttore al mondo, con circa 2.2 milioni di tonnellate).
Il glifosato è stato considerato dall’Organizzazione mondiale della sanità una sostanza potenzialmente cancerogena. E sui limiti al suo utilizzo si sta combattendo in Trentino Alto Adige una battaglia che coinvolge varie organizzazioni, associazioni ambientaliste e cittadini esposti in prima persone. Di recente si sono scontrati sul tema la Provincia di Bolzano e il Wwf a seguito dello stop in consiglio provinciale alla mozione firmata 5 stelle per limitare l’uso del diserbante. La mozione, appoggiata da Verdi e dal team Köllensperger, chiedeva alla giunta di tutelare le aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili e di inserire il glifosato tra le sostanze da vietare definitivamente nella provincia.
Alto Adige, mozione respinta
Secondo l’assessore all’Agricoltura Arnold Schuler, la mozione è stata respinta in quanto il regolamento in vigore è più restrittivo della mozione presentata. Come riporta un comunicato della giunta provinciale, già con il decreto del ministero della Salute del 9 agosto 2016 era stato vietato in tutta Italia l’utilizzo di prodotti contenenti glifosato in aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili. Inoltre, in Alto Adige si applica la legge provinciale n. 6 del 12 maggio 2010 che vieta di trattare con erbicidi i manti vegetali, tranne che all’interno di aree agricole a coltivazione intensiva. Peccato che proprio le aree agricole a coltivazione intensiva siano quelle dove viene utilizzata gran parte di pesticidi ed erbicidi.
Inoltre l’assessore Schuler mostra un certo scetticismo sul rischio glifosato. “In base a tutti gli studi, il glifosato non fa parte dei veleni perché ha tossicità molto bassa, equiparabile al sale: il rame, per fare un esempio, è cinque volte più tossico. Inoltre, la cancerogenità è stata rilevata per una sola sostanza, mentre alcol e insaccati sicuramente lo sono: Dovremmo vietarli? In quanto alle ripercussioni sulla biodiversità, l’effetto corretto di queste sostanze è stato ritenuto migliore rispetto alle alternative (es. vapore), essendo la ‘soluzione zero’ non praticabile”, ha dichiarato in un’intervista al giornale Alto Adige.