Uno studio francese rileva che l’inquinamento nel solo Mediterraneo è triplicato negli ultimi 25 anni
di Leonardo Vacca
Plastica ma non solo. Trecento rifiuti ogni chilometro quadrato nel Mediterraneo. Nel 1990 la cifra era già ragguardevole, ma di “solo” 100 nella stessa superficie. Una quantità letteralmente triplicata, secondo la ricerca dell’Institut francais de recherche pour l’exploitation de la mer (Ifremer – Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare). E il trend è notevolmente accelerato: basti pensare che nel 2012 la “quota rifiuti” era di 200 ogni km2.
Assieme al Mediterraneo, in testa alla classifica dei mari inquinati troviamo il Mar Nero, bacino chiuso e contaminato dall’affluenza di alcuni tra i fiumi più contaminati al mondo. Qui le sostanze nocive sono quasi il doppio di quelle registrate nel Mare Nostrum. Tra i materiali più presenti, oltre la plastica, anche varie sostanze chimiche ben al di sopra dei limiti raccomandati dall’Oms, come benzoapirene, pesticidi e insetticidi, mercurio e ritardanti di fiamma. Un totale di 124 prodotti chimici pericolosi per l’ecosistema marino e la salute umana.
Il monitoraggio delle acque è stabilito da una direttiva Ue sulla strategia per l’ambiente marino. E un altro mare scandagliato è il Mare del Nord, che risulta essere sei volte meno inquinato del Mediterraneo, con 50 rifiuti ogni chilometro quadrato.
Plastica e non solo, cosa avvelena il Mediterraneo?
Tornando al Mediterraneo, l’Ifmer sostiene che circa il 60% dell’inquinamento sui fondali è dovuto a oggetti in plastica, concentrati maggiormente in scali portuali come Marsiglia o il nord della Corsica. Ogni anno finiscono negli oceani 8 miliardi di tonnellate di plastica, di cui 200 mila solo nel nostro mare. Una stima che recentemente è stata ritoccata dal Wwf, che sostiene che nel Mare Nostrum confluiscano quasi 600 mila tonnellate ogni anno.
Non per niente il Mediterraneo è considerato la sesta grande zona di accumulo di rifiuti plastici al mondo dopo le cinque “isole di plastica” oceaniche. Il nostro mare, che rappresenta solo l’1% delle acque mondiali, concentra al suo interno il 7% della microplastica globale.