#CambiamoAgricoltura firma il decalogo per la nuova Pac

Le associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura hanno chiesto un cambio di passo della Politica agricola comunitaria che promuova un nuovo modello basato sui principi dell’agroecologia in modo che i fondi pubblici premino le aziende agricole più virtuose che producono cibo sano, tutelano l’ambiente e la biodiversità, salvaguardano il paesaggio e il territorio, mantengono la fertilità del suolo e favoriscono la mitigazione dei cambiamenti climatici

di Goffredo Galeazzi


La Politica agricola comunitaria va riformata. L’Ue si deve impegnare per rendere l’agricoltura sostenibile per l’ambiente, a favore degli agricoltori e delle comunità̀ rurali, per proteggere il futuro del pianeta e del clima, promuovendo un nuovo modello agricolo basato sui principi dell’agroecologia in modo che i fondi pubblici premino le aziende agricole più virtuose che producono cibo sano, tutelano l’ambiente e la biodiversità, salvaguardano il paesaggio e il territorio, mantengono la fertilità del suolo e favoriscono la mitigazione dei cambiamenti climatici. “E’ il momento di decidere se continuare a promuovere un modello di agricoltura non più sostenibile per l’ambiente, i cittadini e le piccole aziende oppure se, attraverso la collaborazione tra istituzioni, cittadini, agricoltori e Ong, lavorare insieme per cambiare le cose”, ha detto Franco Ferroni responsabile Agricoltura WWF Italia, introducendo i lavori del convegno “Verso la Pac post 2020” che si è tenuto venerdì a Roma, organizzato dalle associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura.

Le associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica italiane (Aiab, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fondo Ambiente Italiano, FederBio, Isde Italia Medici per l’Ambiente, Lipu, Legambiente, ProNatura e WWF Italia) hanno presentato il  “Decalogo per il futuro della Pac” per illustrare e riassumere le principali richieste e le dettagliate proposte al governo italiano e al Parlamento europeo, alla vigilia dell’avvio del negoziato che dovrebbe portare entro aprile 2019 alla definitiva approvazione dei nuovi Regolamenti della Pac post 2020 da parte del “Trilogo” (Commissione, Consiglio e Parlamento europei).

“E’ importante a livello europeo difendere il budget da destinare alla PAC – ha affermato Maria Grazia Mammuccini di FederBio– ma il modo migliore per farlo è innovare  profondamente l’impostazione storica dei pagamenti diretti puntando per il futuro su priorità d’interesse per tutti i cittadini come la produzione di cibo sano e la mitigazione del cambiamento climatico. Per questo occorre cambiare modello agricolo  e dare priorità all’ agricoltura biologica basata sull’approccio agroecologico, efficace per il contrasto al cambiamento climatico, la tutela della biodiversità e della fertilità dei suoli agricoli e della salute pubblica”.

Per le associazioni aderenti alla Coalizione #CambiamoAgricoltura, “i nuovi regolamenti presentano numerosi elementi di novità, alcuni dei quali lasciano intravedere la possibilità di modificare, se ben utilizzati, il paradigma dell’agricoltura di oggi. Al tempo stesso, però, le proposte della Commissione Ue lasciano aperti troppi ambiti di incertezza che potrebbero rendere vana la riforma, riportando l’agricoltura pericolosamente nel passato, con una corsa al ribasso degli impegni degli Stati membri per la tutela dell’ambiente e la vitalità dei territori rurali”.

Nel dettaglio, le associazioni temono che la forte sussidiarietà contenuta nella riforma della Pac si trasformi, per le sfide ambientali e climatiche, in una fuga degli Stati membri dagli impegni assunti a livello internazionale, con una sostanziale abdicazione di responsabilità da parte della Commissione europea. Al contrario, la gestione della Pac post 2020 deve essere garantita con un forte coordinamento centrale e un’assunzione di responsabilità attraverso proposte concrete dei singoli Stati all’interno del nuovo strumento del Piano Strategico Nazionale.

Per quanto riguarda l’Italia, il Piano strategico nazionale che andrà preparato con un’ampia autonomia, dovrà indicare con chiarezza obiettivi e priorità coerenti con quanto prevede la Strategia europea per la biodiversità e gli accordi di Parigi sul clima, nonché nei Prioritized Action Framework predisposti dalle regioni.

Gli obiettivi che la coalizione ritiene indispensabili per la futura programmazione sono un auspicato raggiungimento del 40% del territorio agricolo nel nostro paese a biologico entro il 2027, garantendo premi maggiori ai modelli di agricoltura più sostenibili e trasferendo il sostegno al mantenimento dell’agricoltura bio dal secondo al primo pilastro, con l’inserimento di questo obiettivo nei “regimi per il clima e l’ambiente” (eco-schemes) con una quota minima del 30% del budget del primo pilastro. Inoltre andrà riconosciuto un adeguato sostegno economico alla rete Natura 2000 attraverso anche il sostegno agli agricoltori che vi operano e la ristrutturazione delle filiere zootecniche che rappresentano attualmente la fonte principale di emissioni di gas climalteranti e di azoto, escludendo dal regime dei pagamenti accoppiati le produzioni agricole e zootecniche ad elevato impatto ambientale.

Ovviamente questa nuova impostazione richiede una garanzia dei controlli sull’applicazione della nuova condizionalità e la definizione di sanzioni adeguate per scoraggiare il mancato rispetto dei criteri di gestione obbligatori e delle buone condizioni agronomiche e ambientali.

“Siamo disponibili fin da ora – hanno sottolineato e associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura – a collaborare con il ministero delle Politiche Agricole e Forestali (presente con la sottosegretaria Alessandra Pesce) e le Regioni per la definizione del Piano Strategico Nazionale della Pac che sia davvero uno strumento innovativo e partecipato, con obiettivi ambiziosi ma concreti e realistici”.

 

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