Si è conclusa la visita del gruppo europarlamentare all’Agenzia per la sicurezza alimentare: “Si tratta di proteggere la salute dei cittadini europei di fronte a minacce potenziali che non sono sufficientemente indagate. Ad esempio c’è il tema dell’accumulo nel tempo di piccole dosi di pesticidi: l’effetto non è chiaro”
di Carlo Luciano
Una delegazione della Commissione parlamentare europea Pest – che indaga sulle procedure di autorizzazione dei pesticidi da parte dell’Unione – ha concluso la sua due giorni di visita all’Efsa (l’autorità comunitaria per la sicurezza alimentare con sede a Parma) con un giudizio severo: “Ha un organico ridotto e mal finanziato. Ciò potrebbe influenzare la capacità e l’efficienza dei controlli su possibili sostanze con impatto nocivo sulla salute umana, sulla catena alimentare e sull’ambiente”.
“Sulla questione dei pesticidi serve un cambio di passo”, ha dichiarato in un’intervista a la Repubblica il presidente della Commissione Pest, Eric Andrieu. “Si tratta di proteggere la salute dei cittadini europei di fronte a minacce potenziali che non sono sufficientemente indagate. Ad esempio c’è il tema dell’accumulo nel tempo di piccole dosi di pesticidi: l’effetto non è chiaro. Ci vogliono studi più dettagliati. E quindi il personale qualificato e le risorse necessarie”.
Allo stato dei fatti, si legge in un comunicato della Commissione parlamentare di cui fa parte anche l’eurodeputata Simona Bonafè, “l’Efsa semplicemente non è in grado di condurre le proprie valutazioni su tutte le possibili minacce alla salute umana potenzialmente causate da sostanze tossiche, cancerogene e nocive che interagiscono con gli animali e con l’ambiente. Certamente accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di aumentare l’attuale bilancio dell’Efsa di oltre 60 milioni di euro all’anno. Tuttavia, questo denaro supplementare è destinato a nuovi compiti, mentre l’Efsa ha bisogno innanzitutto di maggiori fondi per le sue attività principali”.
Il punto critico – sottolinea sempre la Commissione parlamentare – è la necessità da parte dell’agenzia per la sicurezza alimentare di sviluppare analisi indipendenti dall’operato delle multinazionali della chimica: “Gli Stati membri non stanno investendo adeguatamente nei controlli sulla sicurezza alimentare”.
Inoltre “eventuali conflitti di interessi o mancanza di trasparenza devono essere sradicati”. Il che vuol dire che il messaggio partito dal milione e 300 mila cittadini europei che hanno firmato la richiesta di legge popolare per rivedere la normativa che permette di equiparare le ricerche indipendenti e le ricerche finanziate dalle industrie è arrivato forte e chiaro a Bruxelles.
Andrieu ha posto il tema della sproporzione di mezzi tra il settore pubblico e quello privato in questo campo e ha invocato una maggiore trasparenza, suggerendo di creare una rete tra tutte le agenzie europee per disporre di una capacità di analisi e di spesa in grado di bilanciare il pressing dell’industria chimica. E, infine, ha sottolineato la necessità di approfondire i controlli sulla sicurezza anche attraverso ricerche epidemiologiche.