Dopo il clima i pesticidi. Ora Trump vuole riabilitare il clorpirifos

I tecnici dell’EPA, ente preposto alla tutela dell’ambiente degli Stati Uniti, a fine 2015 si erano pronunciati per il bando totale di questo pesticida: l’assieme degli studi disponibili evidenzia il nesso tra l’esposizione al clorpirifos di bambini e il deficit di sviluppo neurologico.

di Carlo Luciano


Una lezione sull’abuso della parola “scienza” viene dagli Stati Uniti. E’ qui che Donald Trump ha messo a capo dell’Environmental Protection Agency Scott Pruitt, l’uomo che per anni, come procuratore generale dell’Oklahoma, aveva promosso una serie di cause per bloccare l’operato della stessa Epa. Pruitt è noto alle cronache per le sue performance di negazionista climatico, ma il personaggio è a tutto tondo. A completare il panorama delle sue convinzioni sulla tutela della salute è arrivata la decisione di rovesciare, ancora una volta, il parere dell’Epa su un tema che interessa la salute di milioni persone: il clorpirifos, uno degli insetticidi a più ampia distribuzione, lo stesso che è stato trovato nel corpo della famiglia che ha partecipato alla campagna sul rilevamento dei pesticidi nel sangue di cui Cambia la terra si è fatto promotore (guarda la campagna #ipesticididentrodinoi).

Il rischio clorpirifos è presente da tempo nella letteratura scientifica e i tecnici dell’ente preposto alla tutela dell’ambiente degli Stati Uniti a fine 2015 avevano maturato la convinzione di arrivare a un bando totale di questo pesticida (pericoloso anche per inalazione e già proibito nelle case e per alcuni prodotti agricoli), affermando che, pur nel permanere di alcune incertezze, l’assieme degli studi disponibili rivela l’esistenza di prove sufficienti a evidenziare il nesso tra l’esposizione al clorpirifos di bambini nella primissima fase di vita e il deficit di sviluppo neurologico.

Non hanno fatto in tempo a rendere operative le loro conclusioni. Con Trump è arrivato il ribaltone: Pruitt ha ripudiato la proposta di bando e ha concesso il via libera alle industrie della vecchia chimica, così come aveva negato l’esistenza di un problema climatico dando semaforo verde ai big dei combustibili fossili. Non basta. Alle forzature sulla sostanza dei fatti, Pruitt ha voluto aggiungere anche la beffa sulla forma: ha ritrattato le misure cautelative proposte dall’Epa appellandosi alla “buona scienza” (sound science).

La stessa “buona scienza” che, in occasione del dibattito sul glifosato, ha messo sulla stessa bilancia le ricerche indipendenti e quelle sostenute dalle aziende produttrici alterando il rapporto tra pro e contro. La stessa “buona scienza” a cui si contrappone la scienza solida di cui parla Jim Jones, vicedirettore dell’Epa fino allo scorso gennaio ed ex responsabile dell’ufficio pesticidi dell’Epa. Secondo Jones le prove contro il clorpirifos sono robuste e la decisione di Pruitt espone lavoratori agricoli e bambini a rischi inutili.

Ma quali sono questi rischi? Proviamo ad elencarli. Si sa che il clorpirifos è tossico per gli uccelli ed estremamente tossico per i pesci e le api. E per gli esseri umani? “Sulla rivista Lancet nel dicembre 2006 è uscito un importante articolo sull’azione neurotossica di 202 sostanze chimiche: metalli pesanti, mercurio, piombo, composti organici volatili, pesticidi organofosfati (compreso il clorpirifos). Questo studio è stato aggiornato nel 2014 e offre un’ampia documentazione a carico del clorpirifos”, ricorda Patrizia Gentilini, onco ematologa e membro del Comitato scientifico e della Giunta esecutiva di Isde Italia. “Nel 2015 un altro articolo di un panel di esperti della Società internazionale endocrinologia, tra cui Leonardo Trasande e Phillippe Grandjean, ha dato la misura del prezzo che paghiamo per l’esposizione agli organofosfati come il clorpirifos: con forte probabilità l’esposizione durante la gravidanza provoca ogni anno nei bambini europei la perdita di 13 milioni di punti di quoziente intellettivo e 59 mila casi di disabilità intellettuale”.

“Inoltre”, continua Gentilini, “grazie a studi epidemiologici condotti su grandi gruppi di popolazione è stata dimostrata la presenza dei metaboliti di questi pesticidi nelle urine di mamme gravide e nel cordone ombelicale dei bambini. Altre indagini a New York sono arrivate a risultati analoghi documentando la perdita di 5 punti di quoziente intellettivo nei bambini che entrano in contatto con queste sostanze. Tra gli altri effetti associati all’esposizione delle donne incinte al clorpirifos ci sono alterazioni nel comportamento dei bambini, deficit di capacità di attenzione, iperattività, problemi di linguaggio e di memoria, il rischio autismo”.

“Inoltre da nuovi studi sul clorpirifos sta emergendo anche un altro effetto di questo insetticida: è un interferente endocrino”, conclude Patrizia Gentilini. “Altera sia gli ormoni tiroidei che quelli che, durante la gravidanza, intervengono nello stabilire la relazione emotiva tra la madre e il figlio”.

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