I paesi UE riuniti nel Comitato d’appello hanno votato lunedì a favore del rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida glifosato per cinque anni. Gli equilibri sono stati spostati dal ministro dell’Agricoltura tedesco Christian Schmidt che ha votato a favore del rinnovo in contrasto con la linea del governo: “questo non corrispondeva alle direttive preparate dal governo”, ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel. La coalizione italiana #Stopglifosato: una brutta pagina a Bruxelles, negato totalmente il principio di precauzione, il rinnovo una autentica truffa ai danni dei cittadini europei e dell’ambiente.
Tra le proteste degli ambientalisti della coalizione europea Stop Glyphosate, che si sono presentati davanti alla sede della Commissione Europea a Bruxelles, è stata approvata lunedì pomeriggio l’autorizzazione all’uso del glifosato proposta dalla Commissione europea per altri cinque anni prima della messa al bando a partire dal 2022. Il voto sul rinnovo dell’autorizzazione del glifosato è avvenuto nel cosiddetto “comitato d’appello”, che riunisce i rappresentanti degli Stati membri a livello ministeriale.
Determinante il parere positivo della Germania, che ha di fatto spostato l’equilibrio dei paesi UE riuniti in comitato d’appello. La maggioranza qualificata si espressa a favore con 18 paesi (quasi tutti i paesi dell’Est) , 9 contrari (Italia, Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro, Malta, Lussemburgo e Lettonia), 1 astenuto (Portogallo). Inaspettatamente, la Germania, che si era sempre astenuta negli scorsi tentativi nel Comitato permanente UE su piante, cibi e mangimi (Comitato Paff), facendo mancare la maggioranza qualificata pro o contro la proposta della Commissione, questa volta si è espressa a favore.
Ma il voto del ministro dell’Agricoltura tedesco dell’Unione Cristiano-Sociale in Baviera Christian Schmidt che ha votato in contrasto con la linea del governo ha creato imbarazzo a Berlino. La cancelliera Angela Merkel ha criticato la mossa del suo ministro che non ha concordato la linea con gli alleati di governo. “La mia posizione personale è più vicina a quella del ministro Schmidt, che a quella della ministra dell’Ambiente”, ha spiegato Markel, ma il voto di Schmidt “non corrispondeva alle direttive preparate dal governo”.
Ora la Commissione adotterà una decisione formale prima che l’autorizzazione attuale scada il 15 dicembre.
La Francia ha ribadito il suo no alla proroga, “perché il glifosato è un prodotto potenzialmente a rischio per la salute dei francesi e per l’ambiente e la biodiversità”, ha dichiarato la segretaria di Stato presso il ministero dell’Ambiente, Brune Poirson. Anche l’Italia ha mantenuta ferma la sua posizione: su Facebook il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha scritto: “a Bruxelles abbiamo votato contro il rinnovo (come la Francia) perché siamo convinti che l’utilizzo di questa sostanza vada limitato. L’Italia già adotta disciplinari produttivi che limitano l’uso del glifosato. Continueremo il nostro impegno per portare il nostro Paese all’utilizzo zero del glifosato entro il 2020”. Stessa posizione espressa dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “la decisione europea sul glifosato non cambia di una virgola la nostra posizione. Teniamo all’Europa, a un ambiente sano, alla salute dei cittadini e a un’agricoltura sostenibile. Per questo lotteremo per rivedere questa decisione”.
“La proroga di cinque anni per un erbicida sospetto di cancerogenicità è la negazione totale del principio di precauzione. Il comitato di appello ha concesso la proroga soprattutto grazie al fatto che la Germania si è schierata a favore dei 5 anni. Una brutta pagina anche per il governo tedesco, che lascia pensare al fatto che dopo l’acquisizione di Monsanto da parte della Bayer, il governo di Berlino pensi alla protezione dell’ambiente e della salute in maniera nettamente più tiepida che in passato”. E’ molto dura la reazione della Coalizione italiana #StopGlifosato, espressa dalla portavoce Maria Grazia Mammuccini. “Il rinnovo dell’autorizzazione rappresenta una autentica truffa ai danni dei cittadini europei e dell’ambiente. Le 51 associazioni che fanno parte della Coalizione, assieme al grande movimento di cittadini che si sono mobilitati in Italia e in Europa, aveva chiesto lo stop immediato per una sostanza sicuramente dannosa, al di là delle polemiche sulla cancerogenicità. Come sappiamo, i cosiddetti Monsanto papers hanno svelato le pressioni e le interferenze della multinazionale produttrice sulle istituzioni di controllo europee”, continua Mammuccini. “Ci pareva comunque sensata la proposta del governo italiano che proponeva un’uscita definitiva entro il 2020. Non è andata così: la proroga non sembra contenere una clausola di cessazione per l’uso del glifosato: in realtà c’è chi spera che l’opinione pubblica dimentichi il glifosato in questi 5 anni. Non sarà così. Già ora l’impegno dei cittadini ha evitato che la proroga fosse addirittura di 10 anni, come proposto dalla Commissione europea. Di fronte alle istituzioni UE si apre anche il problema dell’ICE, l’iniziativa dei cittadini europei contro il glifosato che ha raccolto un milione e 300 mila firme in 4 mesi. Noi – promette la portavoce della Coalizione – terremo alta la pressione sia a livello nazionale che internazionale”.