In pochi mesi in India migliaia di contadini sono finiti intossicati in ospedale e quasi 50 sono morti per aver usato pesticidi senza le adeguate protezioni. Una pratica comune anche perché spesso i dispositivi di sicurezza non sono utilizzati. E le istruzioni su come usare i pesticidi sono solo in inglese
di Maria Pia Terrosi
Le aziende multinazionali vendono pesticidi nei Paesi in via di sviluppo, ma si dimenticano di dare tutte le informazioni necessarie per utilizzarli in sicurezza. E’ questa l’accusa fatta da Kishore Tiwari, presidente della Maharashtra State Agriculture Mission .
Nello stato indiano del Maharashtra da luglio a ottobre scorso, 48 agricoltori sono morti e migliaia sono finiti in ospedale per intossicazione, nausea o altri malori dopo aver utilizzato pesticidi nelle loro coltivazioni di cotone senza prendere tutte le adeguate precauzioni e protezioni. Di questa situazione Kishore Tiwari ha incolpato direttamente le aziende, tra cui la Syngenta e la Monsanto, responsabili di non aver fornito agli agricoltori tutte le informazioni necessarie per un uso corretto di queste sostanze.
I pesticidi in questione, infatti, sono fortemente tossici e possono risultare letali anche a dosi molto piccole. Classificati dall’Organizzazione mondiale della Sanità in classe 1 (prodotti estremamente o altamente pericolosi) sono già vietati in molti Paesi: per esempio il Monocrotophos è bandito in 60 Paesi, Phorate in 37, Triazophos in 40 e Phosphamidon in 49.
Ma in India invece continuano a essere utilizzati dagli agricoltori che pur di eliminare insetti ormai resistenti ai vari pesticidi e difendere le proprie coltivazioni, sempre più spesso creano veri cocktail di sostanze chimiche che spruzzano senza prendere adeguate precauzioni o indossare le protezioni necessarie. Anche perché quasi sempre le indicazioni per un uso corretto sono scritte in inglese e quindi incomprensibili a molti contadini. Un’altra accusa riguarda la pratica, non infrequente, di vendere agli agricoltori pesticidi non adatti alle coltivazioni locali, ma comunque altamente tossici.
Il tutto in violazione dello stesso Codice di condotta della Fao riguardante i pesticidi altamente pericolosi che prevede la possibilità di vietarne l’importazione, la distribuzione, la vendita e l’acquisto nel caso in cui le misure di protezione siano insufficienti ad assicurare una loro gestione sicura per le persone e l’ambiente.