Parte così il primo comprensorio della Val di Vaira. Qui il 55% del territorio è certificato bio.
di Goffredo Galeazzi
La Regione Liguria vede nell’agricoltura biologica un fondamentale presidio per un territorio. Proprio per favorire un approccio territoriale all’agricoltura biologica, prima regione in Italia, si è dotata di una normativa che prevede il riconoscimento, mediante rigidi parametri strutturali, di distretti biologici e comprensori biologici. Attualmente è stato riconosciuto dalla regione un solo distretto biologico, quello della Val di Vara, costituitosi formalmente nel 2014. L’associazione “Biodistretto della Val di Vara” è una partnership composta da 7 comuni, tre associazioni di categoria, due cooperative di produttori e AIAB che ne è il capofila. Il territorio di competenza si estende per circa 366 km quadrati, è soprattutto coperto da boschi di latifoglie (74%), mentre la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è per lo più costituita da pascoli e prati permanenti (18% della superficie territoriale), che servono gli allevamenti bovini da latte e da carne della Valle, organizzati nelle due cooperative di produttori. Nella vallata più estesa della Liguria, al confine tra la provincia della Spezia, la Toscana e l’Emilia Romagna, oltre il 55% della SAU è certificato biologico e, dal 1997 ad oggi, il numero delle realtà bio è passato da 3 a 97.
Con la programmazione 2014 – 2020 il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) ligure concede un premio maggiorato del 10% ai membri di associazioni di agricoltori biologici, sia in fase di conversione che di mantenimento.