Accordo a Bruxelles per identificare nei prodotti biocidi i perturbatori o interferenti endocrini.
La Commissione europea ha adottato lunedì 4 settembre i criteri scientifici comuni per identificare nei prodotti biocidi le sostanze chimiche nocive per il sistema ormonale (perturbatori o interferenti endocrini), legate all’insorgenza di tumori o infertilità. La decisione segue l’approvazione, il 4 luglio, da parte di Commissione e Stati membri di analoghi parametri per i pesticidi e i prodotti fitosanitari. In base al testo approvato a luglio risultano interferenti endocrini unicamente quelli per cui è provato scientificamente il rapporto di causalità tra l’esposizione alla sostanza e il danno (la malattia). Restano fuori le sostanze sospettate di essere nocive, sconfessando il principio di precauzione, per il quale, al contrario, dovrebbero essere bandite anche sostanze presunte nocive. Secondo parte del mondo scientifico, organizzazioni ambientaliste e dei consumatori, i criteri indicati sono insufficienti a garantire un serio livello di protezione della salute umana e dell’ambiente.
I disgregatori endocrini sono sostanze chimiche suscettibili di innescare malattie come il cancro o il diabete e contribuiscono all’infertilità attraverso i cambiamenti nel sistema endocrino (o ormone). Sono comunemente presenti nei prodotti di plastica, negli imballaggi alimentari e nei fitofarmaci utilizzati in agricoltura e possono essere assorbiti dal corpo in diversi modi.
Europarlamento e Consiglio hanno due mesi per accogliere o respingere la decisione, che ha l’obiettivo di avere gli stessi criteri applicabili in entrambi i settori, pesticidi da un lato e biocidi (che comprendono prodotti come detersivi e disinfettanti) dall’altro.
L’UE ha vietato i disgregatori endocrini nel 2009. Ma finora il divieto non è entrato in vigore a causa della mancanza dei criteri che definiscono le sostanze chimiche che dovrebbe coprire.